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venerdì 25 ottobre 2013

Niente dilazione, il Bari soffoca


Ripartire per sopravvivere. Ancora una volta, il rendimento del Bari sul campo si riflette anche sul profilo societario. Il club, infatti, resta gravato da una situazione debitoria pesante e solo il mantenimento della cadetteria consente, sebbene tra mille peripezie, di proseguire la gestione della società. Il cartello vendesi sul portone del club è sempre in vista, anche se nessuno, dopo l’estenuante trattativa estiva con gli imprenditori del ramo siderurgico Montemurro e Rapullino, ha manifestato l’intenzione di succedere alla famiglia Matarrese. Né, contemporaneamente, è stato possibile alleggerire le passività. Non ci sono stati sviluppi, né nuovi accordi, nella trattativa con l’Agenzia delle Entrate per spalmare il debito di circa 30 milioni su un termine più lungo (si parlava di 15 anni) rispetto agli attuali cinque anni. Per raggiungere un accordo servirebbe un piano industriale articolato che un club condannato a navigare a vista difficilmente può garantire. Uno stop per niente benefico. Per rispettare la rateizzazione relativa ai debiti fiscali, il Bari attualmente versa circa 5 milioni all’anno. Un esborso che, in mancanza dell’arrivo di capitali freschi, condanna la società a chiudere i bilanci puntualmente in perdita. Aspetto che, sotto certi aspetti, è beffardo poiché, sul piano prettamente sportivo, il club sarebbe, invece, in una situazione di sostanziale pareggio tra spese e ricavi. In pratica, grazie all’opera di graduale abbassamento degli ingaggi avviata all’indomani della retrocessione dalla A ed ai ricavi derivanti dai diritti televisivi, il Bari sarebbe effettivamente in grado di autogestirsi, a patto di centrare la salvezza.
Il problema è che manca, invece, l’ulteriore liquidità per affrontare lo scoglio dei vecchi debiti. Ecco perché, anche nella stagione in corso, bisognerà procacciarsi denaro per arrivare in piedi alla prossima estate. La società ha provveduto a saldare gli emolumenti di maggio e giugno, nonché di luglio e agosto (onere rispettato il 15 ottobre). Né dovrebbero sorgere intoppi per la prossima scadenza (stipendi di settembre e otoobre), fissata a metà dicembre. Da gennaio 2014, però, serviranno altri introiti. Che possono arrivare attraverso un main sponsor (manca ormai da due anni) o, soprattutto, tramite il mercato. Un capitolo che l’attuale condizione potrebbe rendere difficile affrontare. Perché cedere i migliori elementi di una squadra già in difficoltà complicherebbe il raggiungimento della salvezza. Certo, il ds Angelozzi potrebbe ripercorrere le operazioni già compiute in passato con Bellomo e Ceppitelli: ovvero, vendere la metà di un elemento trattenendolo in Puglia fino a fine stagione. Ma perché ciò accada, è necessario che i gioiellini biancorossi riprendano a brillare. Migliorare la classifica e lucidare la mercanzia sarà un obiettivo da non fallire entro fine anno. Senza dimenticare che un filotto di risultati utili potrebbe anche risvegliare l’appetito di potenziali investitori interessati a rilevare il club. Già, perché il passaggio di proprietà resta l’unica vera possibilità di risolvere ogni affanno.


Tratto da: Il Corriere del Mezzogiorno

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