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sabato 11 gennaio 2014

La scelta del nuovo granata Raimondi..


Eravamo rimasti fermi alle seguenti dichiarazioni rilasciate giovedì dal direttore sportivo Marco Valentini sul trasferimento di Andrea Raimondi al Trapani: «Avevamo un accordo di depositare a gennaio il prolungamento del suo contratto, e l’abbiamo fatto fino a giugno 2015. Va in prestito secco». Ieri invece abbiamo scoperto che le cose sono andate in maniera diversa, ossia che l’ex attaccante biancoscudato è passato a titolo definitivo al Trapani dopo avere rescisso il contratto. Ecco la ricostruzione di Raimondi, padovano doc, che abbiamo raggiunto telefonicamente. «È stata una mia decisione rescindere, ma mi hanno messo nelle condizioni di farlo. L’accordo risale a qualche tempo fa perchè pensavano che Rocchi arrivasse prima, sono stato fermo molto per niente. Io non me l’aspettavo, ma ho risposto che se volevano fare una cosa del genere, la facevo. Mi hanno messo nelle condizioni di rescindere perchè mi hanno detto che non avrei mai giocato. Anche se mi dispiaceva, sono andato a loro incontro, ma il mio contratto era da rinnovare subito e se avevo un’altra offerta potevo andarmene gratis».
Immaginiamo che ci sarà rimasto male a lasciare il Padova, squadra della sua città. «È sempre brutto lasciare la propria casa, lo sanno tutti che a casa si sta bene. Però sono veramente contento di quello che ho fatto». Si aspettava un trattamento diverso? «Dico la verità, no. Da quando ho 17 anni sono stato rimbalzato da una parte e dall’altra. Ogni stagione non hanno mai puntato su di me. Se nel passato campionato ho fatto bene è perchè sono voluto rimanere io, dato che volevano mandarmi via. Me lo sono strappato io il posto». Nell’anticipo di venerdì 24 gennaio sarà subito Trapani-Padova: magari segna alla sua ex squadra. «Non so se giocherò. Essendo stato fermo a lungo sono molto indietro fisicamente. Ho iniziato a fare lavoro differenziato, devo andare con calma». È stato contattato in queste ore dai tifosi biancoscudati? «Ho ricevuto mille messaggi e telefonate. Andrò a salutarli sotto la curva quando verranno a Trapani per la partita». Il Padova si salverà al termine del campionato? «La squadra ha le qualità per riuscirci».
La storia dell’enfant prodige, dell’ammazza derby, del ragazzo con il biancoscudo impresso nel cuore, finisce qui. Non ci saranno altri ritorni (almeno nell’immediato), né altre sfide da risolvere a sorpresa entrando all’ultimo minuto per decidere match che sembravano stregati. Andrea Raimondi dopo 13 anni non è più un giocatore del Padova. Per la prima volta dall’inizio della sua carriera lascia definitivamente la società con la quale era cresciuto fin da bambino, trasferendosi a titolo definitivo al Trapani. E questo è anche il punto conclusivo di un pasticcio di mercato e di una cessione avvolta nel mistero, per quanto riguarda la sua formula, fino allo sbarco in Sicilia, avvenuto ieri, del 23enne ragazzo dell’Arcella. Ma perché la società biancoscudata fino a l’altro ieri sosteneva che Raimondi si fosse trasferito in prestito mentre da Trapani giuravano che fosse a titolo definitivo? L’origine del misfatto risale a due mesi fa quando il Padova decise di tesserare Tommaso Rocchi. Per poter far giocare subito l’attaccante mestrino i biancoscudati avevano bisogno di liberare un posto nella lista degli over 21 e così chiesero a Raimondi di rescindere il contratto, con la promessa che a gennaio sarebbe stato nuovamente tesserato con un prolungamento fino a giugno 2015.
La bozza del contratto era già pronta e andava soltanto depositata alla Lega alla riapertura del mercato il 3 gennaio. Nei piani della società il giocatore sarebbe stato riacquisito ma messo fuori lista e poi ceduto. E invece non è andata così, il Padova non ha tesserato Raimondi una volta riaperto il mercato e il giocatore ha preferito staccare definitivamente il cordone ombelicale, cercando squadra e presentandosi al Trapani come calciatore svincolato. Ecco perché, fino a giovedì sera, quando Raimondi era tornato a Bresseo per prendere i propri effetti personali, regnava ancora grande incertezza in viale Rocco sulle modalità del trasferimento. Un caos che ha fatto anche discutere le due società, con il Padova colto di sorpresa. «Raimondi si è presentato da noi come svincolato e quindi l’abbiamo tesserato», ha spiegato il direttore sportivo del Trapani Daniele Faggiano. Ma com’è possibile che il Padova non sapesse che il giocatore poteva trasferirsi senza ulteriori vincoli? «La bozza di contratto con tanto di prolungamento che avremmo depositato in lega l’avevamo consegnata nelle mani dello stesso giocatore, a garanzia che non l’avremmo lasciato a piedi», fa chiarezza il direttore sportivo Marco Valentini.
«L’accordo era che a gennaio si sarebbe riaggregato con noi e se ci fosse stata l’opportunità l’avremmo dato in prestito. Quindi è stata una libera scelta del giocatore e del suo entourage presentarsi a Trapani da svincolato. Se siamo rimasti spiazzati? No, alla fine è stata una sua decisione e va bene così». È stato quindi Raimondi a scegliere di andarsene senza restare più legato al Padova? Sì, e la conferma arriva dallo stesso giocatore. «Ho deciso io perché non sentivo più la fiducia della società, così come non la avvertivo molto lo scorso anno, a parte le sporadiche volte in cui sono riuscito a giocare». Dell’esperienza a Padova rimane l’arrivo da bambino con il marchio di fabbrica del talent scout Vittorio Scantamburlo, le prodezze nel vivaio, e quel autunno magico dello scorso anno con i tre gol a Verona e Cittadella. «Momenti bellissimi che porterà sempre nel cuore», si congeda Raimondi. «Saluto con affetto tutti i tifosi del Padova, ora inizio questa avventura con grande entusiasmo. Un mio ritorno in futuro? Mai dire mai». Punto e a capo. Con la netta impressione che il Padova non si stia stracciando le vesti per avere perso un giocatore di proprietà e che Raimondi voglia provare a guadagnare la stima di una società intera e non solo di un pubblico che, comunque, lo ricorderà sempre con un sorriso.
Tratto da: padovagol.it

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