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mercoledì 18 settembre 2013

Trapani, una favola bella e pericolosa marcia su Modena


Ci sono storie calcistiche che vale la pena di raccontare.
Questa storia è fatta di successi e di uomini che hanno costruito una favola del pallone, quella del Trapani Calcio. Prima della nuova alba granata c'è stata la notte, quella buia che ha accomunato, purtroppo, tantissime società, ovvero il fallimento.
Il Trapani lo vive nel 2002, ma ci sono voluti altri tre anni di sofferenza per i tifosi granata prima di vedere i primi scampoli di luce. E' nel 2005, infatti, che l'amministrazione comunale, temendo un nuovo fallimento, si rivolge agli imprenditori locali chiedendo aiuto: a rispondere è Vittorio Morace, che di Trapani non è. E' napoletano e si è trasferito nel capoluogo siciliano un po' per lavoro (è proprietario dell'Ustica Lines, una compagnia navale con grandi interessi in Sicilia) e un po' per amore.
Sì perché assieme a sua moglie, Anne Marie Collart, durante un viaggio a Trapani si innamora della città e decide di trasferirsi lì. Non ama il calcio, non ne ha nessuna conoscenza, al pari della moglie, che però almeno una squadra del cuore ce l'ha, il Psv essendo lei originaria di Eindhoven.
Decidono di acquistare il Trapani e tocca proprio a Lady Morace gestire la società, perché il marito ha troppi impegni. Lei è avvocato ed inizia a studiare diritto sportivo, affidandosi alle capacità del diesse Daniele Faggiano.
I risultati iniziano ad arrivare e il Trapani risorge dall'Eccellenza, conquistando la serie D, siamo nell'estate del 2009 e la squadra viene messa nelle mani del tecnico Roberto Boscaglia.
Le difficoltà logistiche ci sono ancora e la squadra dopo il ritiro estivo rientra in città senza che siano stati preparati alloggi per squadra e staff tecnico: che fare? Semplice, Morace manda tutti a dormire su una delle sue navi ancorate al porto. La squadra dorme e mangia sulla nave, un caso più unico che raro. Il campo però paga, grazie al lavoro di Faggiano e Boscaglia che conquistano in successione la Seconda Divisione, poi la Prima. Morace è ambizioso e non si vuole fermare, però il pallone, si sa, è rotondo e come in ogni favola c'è un dramma sportivo. Il Trapani lo vive il 10 giugno del 2012. Siamo al Provinciale, la casa dei granata, e c'è da giocare il ritorno della finale playoff contro il Lanciano: la festa è pronta, perchè all'andata la squadra di Boscaglia aveva pareggiato per 1-1 in Abruzzo e lo spumante è già in fresco. D'altronde già il giocare i playoff era stata una beffa, visto che il Trapani aveva dominato in lungo e in largo la stagione regolare, venendo superato solo all'ultima giornata dallo Spezia. Ma torniamo a quel 10 giugno: la festa inizia nel migliore dei modi, i granata vanno a segno dopo un minuto, ma in realtà da quel momento il Provinciale diventerà la casa del Lanciano per un giorno. I frentani segnano tre volte e soffiano la serie B ad una città intera, che cade nel dramma. Uno di quei colpi da ko da quali pare impossibile rialzarsi. La caparbietà della società, però, resta intatta così come la struttura e Morace avrà ragione, continuando a puntare su Boscaglia: nella stagione successiva arriva la prima storica promozione in serie B, con un campionato da manuale che vede la nobile decaduta Lecce finire al secondo posto.
Il resto è storia recente, con la squadra che dopo 4 giornate è seconda in classifica (proprio con il Lanciano) ed è ancora imbattuta, mentre il futuro prossimo si scriverà sabato al Braglia quando ci sarà la prima sfida tra gialli e granata.

Tratto da: gazzettadimodena

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